martedì 15 luglio 2014
Semina del Volontario Barrea 25/27 luglio 2014
PROGRAMMA Manifestazione:
Venerdì 25 luglio 2014 ore 16,30: Castello – Barrea
Convegno: “Il valore dell’Associazionismo nella società di oggi”
Interverranno come relatori:
Avv. Daniela Mascioli, Presidente di ADMO Abruzzo Onlus
Don Gislen, Parroco di Barrea
Dott.sa Roberta Ciotola, Capogruppo VAS – Fidas di Ateleta
Sig. Domenico Caruso, Capogruppo VAS – Fidas di Castel Di Sangro
Sig. Stefano Tarquinio e Dott. Claudio Manco, Distaccamento PIVEC ‘Alto Sangro’ di Villetta Barrea
Sig.na Sara Antonucci, Cooperativa Sociale ‘La sorgente’ di Civitella Alfedena
Sig. Manfredi Salemme, Testimonial ADMO
Moderatore: Sig. Andrea Scarnecchia – Sindaco di Barrea
Sabato 26 luglio 2014: Oasi del Lago – Civitella Alfedena
Manifestazione “La semina del Volontario ADMO”
Il programma sarà il seguente
ore 10,45: ritrovo
ore 11,00: inizio manifestazione
Intervento di:
Don William Torres, parroco di Civitella Alfedena
Lettura della preghiera irlandese “Trova tempo”
Semina del Volontario ADMO
Interventi di:
Sig. Manfredi Salemme
Sig.ra Flora Viola, Sindaco di Civitella Alfedena
Dott.ssa Antonella Gentile, ADMO Regione Abruzzo onlus – Sezione di Sulmona
Rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato e del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise.
Domenica 27 luglio 2014: Bar Gravara – Barrea
“5^ Maratona del Lago di Barrea 2014”
“4^ Memorial Liborio Tarquinio”
ore 9,00 ritrovo con tutti i partecipanti.
ore 9,30 inizio maratona.
ore 13,00 festeggiamenti.
Sono riuscito a venire, portato da un carissimo amico, è stato bello poter vedere al convegno la partecipazione di altre associazioni che hanno promesso di interagire con ADMO.
venerdì 13 giugno 2014
SEMINA DEL VOLONTARIO ADMO
26 LUGLIO 2014
Nella magica atmosfera del Borgo Autentico d'Italia, una manifestazione semplice, un gesto antico, la semina dei fiori e delle piante da fiore, fatto dai bambini eredi di questa nostra amata terra.
Il vento e gli insetti porteranno i semi altrove, dove potranno nascere nuovi fiori, un piccolissimo aiuto alla terra, un dono verso la natura ammalata.
ADMO propone questo momento come messaggio d'amore verso gli altri, verso i più sfortunati che spesso aspettano invano un petalo profumato, portato dal vento della fratellanza, un petalo di nome: donazione.
Barrea:
"Una strada col selciato sconnesso e antico non è niente, è un'umile cosa, non si può nemmeno confrontare con certe stupende opere d'arte della tradizione italiana. L'antica porta dove conduce quella strada non è quasi nulla, sono delle mura semplici, dei bastioni dal colore grigio: nessuno si batterebbe con rigore, con rabbia, per difendere queste cose. Invece io ho scelto proprio di difendere questo. scegliere la forma della città, la struttura, il suo profilo, significa proprio questo: voglio difendere qualcosa che nessuno difende, che è opera del popolo, di un'intera storia del popolo di una città, di un'infinità di uomini senza nome che però hanno lavorato all'interno di un'epoca che poi ha prodotto i frutti più estremi e più assolutinelle opere d'arte e d'autore. Con chiunque parli, è immediatamente d'accordo con te nel dover difendere un monumento, una chiesa, la facciata d'una chiesa, un campanile, un ponte, un rudere il cui valore storico è oramai assodato ma nessuno si rende conto che quello che va difeso è proprio questo passato senza nome, questo passato popolare."
Pier Paolo Pasolini
ROSARIO CATANIA ENTRA NEL: GUINNESS WORLD RECORDS
Dear Mr ROSARIO CATANIA,
We are delighted to confirm that you have successfully achieved a new GUINNESS WORLD RECORDS title for ’Longest marathon nordic walking’.
We are delighted to confirm that you have successfully achieved a new GUINNESS WORLD RECORDS title for ’Longest marathon nordic walking’.
We would like to congratulate you on your record-breaking achievement.
You are OFFICIALLY AMAZING.
Your official GUINNESS WORLD RECORDS certificate confirming your world record is being created and will be sent to you shortly.
Your official GUINNESS WORLD RECORDS certificate confirming your world record is being created and will be sent to you shortly.
So expect to receive it within 2 to 3 weeks.
Thank you and congratulations once again on your achievement!
Yours sincerely,
Records Management Team
GUINNESS WORLD RECORDS
Thank you and congratulations once again on your achievement!
Yours sincerely,
Records Management Team
GUINNESS WORLD RECORDS
giovedì 1 maggio 2014
Endurance 70 ore - Guinness Word Record Attempt - Longest Marathon Nordic Walking
Rosario, Manfredi e Elena
Una lunga notte lo
attende, una notte dolorosa, dove la sua grande forza lascerà spazio alla
fragilità umana, ma esiste un metodo per non pensare al tempo che ancora deve
scorrere davanti a lui.
Un metodo che per Rosario
è del “più uno”.
Alle 22:19 aveva percorso
una parte del suo tempo a disposizione calcolato in 60 ore ma in realtà per lui
era stato calcolato un 48 più 12.
Da quell’orario invece è
passato al “meno uno”. Un conto alla rovescia.
Riparte da 12 e ogni ora
sarà a decrescere.
Alle 23:19 era a meno 11.
In questo momento sono le
00:10, fra nove minuti scenderà a meno 10! E’ un traguardo psicologico! Gli
restano ora solo numeri a una sola cifra.
All’una e diciannove
scenderà a meno nove… E’ tutto in discesa e vedo già il suo volto trasformare
la sofferenza in sorriso, un leggerissimo sorriso di consapevolezza.
Ci sei Ros, stai per
realizzare il tuo sogno, vai sereno, non sentire più nulla, non emozionarti
ancora, aspetta, lascia che il tempo scivoli via dalle tue spalle doloranti,
aspetta, l’arrivo arriva lentamente, come il sole che è dietro all’Etna e
aspetta.
Sentirai la sua leggera
carezza verso le otto, domattina, metti gli occhiali, nascondi gli occhi, il
tuo sguardo non deve trapelare le tue emozioni, aspetta.
Io passerò la notte qui,
davanti al mio computer e immaginerò ogni tua parola, ogni tuo comando secco,
diretto su cosa mangiare, cosa bere.
Attento, non è questo il
momento per cioccolata, prodotti dolci, zucchero si, una bustina ogni tanto ma
non sentirti più forte, vai al tuo passo, ancora…
Se senti l’arrivo di un
crampo manda giù un cucchiaino di sale grosso con un poco d’acqua e patate
lesse, grasso di prosciutto, un arancino al burro.
Aspetta, non chiedere più
niente, non informarti più sui km percorsi, vai avanti sempre rispettando il
tuo corpo, la tua velocità, quella che in questo momento ti senti è quella
giusta, non è ancora il momento di forzare, aspetta.
Aspetta il sole, aspetta
il giorno vero, aspetta di sentire che sei sicuro, sicurissimo, certo.
Sono sempre qui, sono il
tuo amico, quello che ti ha fatto conoscere questo tipo di sport.
Il cammino prolungato è
l’incontro vero e puro con la tua essenza, con il Rosario che tu solo conosci,
con quell’essere umano che vuole meritare nel più alto senso di merito ciò in
cui crede e vuole il rispetto prima di tutti da se stesso.
Stai per avere questo
premio, dalle tue stesse mani e nessuno potrà mai togliertelo se non te stesso.
Aspetta, vai ancora al tuo
passo. Non c’è più niente fra te e il resto del mondo che ti circonda. Ascolta
ma non sentire. Annusa l’aria e regola il tuo respiro, entra in cadenza anche
con il battito del tuo cuore. Sei una macchina perfetta, siamo tutti
perfettamente creati per superare ogni limite ma tu non devi superare mai te
stesso.
Arriva sempre vicino a
quel limite, non superarlo ancora, c’è tempo…
Ecco ora sono le 00:27,
sei entrato nella tua meno nove, dovrai completarla alle ore 01:18 e subito
entrerai nella meno otto… ma ci pensi? Sei veramente in discesa.
Un altro consiglio,
defatica i quadricipiti dando calci in avanti, sentirai i muscoli scuotersi, è
un massaggio efficace e necessario, allenta la tensione muscolare.
So che tu bevi molta
acqua, ma appena si alza il sole bevi ancora di più e solo nelle ultime due ore
mangiati della Nutella, solo le ultime due ore, aspetta.
Ros, vorrei poter sentire
Elena per sapere come stai, cosa dici, cosa vedono i tuoi occhi.
Non sentire, non
ascoltare, isolati perfettamente dal mondo che ti circonda.
Chi in questo momento lo
sta assistendo deve lasciarlo in pace.
Restate presenti ma
passivi, non parlategli, aspettate anche voi, sarà lui a dirvi di cosa ha
bisogno, non stancatelo con domande, rispettate il suo silenzio, se è
silenzioso.
Se vuol parlare bene ma
rispondete solamente alle sue domande, non dategli il problema di dovervi dire
qualcosa.
Deve poter amministrare
ogni parte del suo corpo, a volte parlare diventa faticoso.
Guardo ogni tanto l’ora
del PC e sembra che il tempo non passi… anche per me è difficile.
Non sto bene, ho dei
dolori ben localizzati ma resto qui per lui.
A marzo, quando ho ripreso
il mio cammino è volato da Catania per starmi vicino, ora io vorrei essere lì
da lui, sarebbe fantastico vederlo transitare, restituirgli il piacere immenso
che lui ha fatto a me.
La mia malattia non mi ha
permesso questa gioia, ma sono comunque felice di poter contribuire tutta la
notte al sostegno pur minimo che posso dargli.
Per favore ditegli che
Manfredi resterà tutta la notte a scrivere di lui, a immaginare queste ultime
ore del suo fantastico cammino.
Ore 02:20…
Sono qui, questa è una
notte infinita.
Rosario sta camminando da
oltre 64 ore, sono comodamente seduto davanti al mio pc e penso tutto quello
che lui in questo momento pensa e fa.
Vorrei essere al suo
posto, sentirmi sfinito, pieno di dubbi, colmo di stanchezza, di dolori
diffusi… Sembrerà per alcuni strano che uno possa desiderare tutto ciò.
Io no, non lo penso, io so
esattamente come ci si possa sentire in momenti interminabili come questa sua
73 ore.
I miei allenamenti sono
durati anni. Mi sono allenato alla fame partendo per una 30 ore completamente
digiuno.
Sono partito molte volte
senza portarmi da bere, sono partito per una prova di resistenza al sonno dopo
aver passato una notte sveglio.
Bisogna essere preparati
per poter gestire le criticità.
Il nemico puoi batterlo
solo se lo conosci bene. Niente deve essere nuovo, sconosciuto.
Solo conoscendo bene le
risposte si possono affrontare le domande.
Solo conoscendosi bene si
può far fronte agli imprevisti, alle casualità, ai momenti veramente difficili.
Rosario ha imparato molto
bene a sapersi gestire, lo ha imparato durante il durissimo allenamento a cui
si è sottoposto nei mesi passati.
La vera forza di un atleta
è la consapevolezza.
Un discorso a parte è
l’umiltà, vi sembrerà un’eresia ma in queste prove non c’è posto per l’umiltà.
Chi affronta questo tipo di sfide non deve esserlo. Ci vuole egocentrismo,
presunzione, egoismo, cattiveria, determinazione e naturalmente anche una buona
parte di pazzia e incoscienza.
Siamo tutti intorno a lui,
riempiamo i nostri spazi di commenti, d’incoraggiamenti di grande meraviglia.
Lui è l’attore, il palcoscenico è l’obiettivo da raggiungere, noi siamo il
pubblico, i critici, i fans, lui ha bisogno di noi, ma alla fine, come
l’applauso.
Noi siamo utili perché
spettatori e state pur certi che è felice di averci tutti intorno a lui, ma
dobbiamo rispettare il silenzio, la concentrazione, l’enorme responsabilità che
lui ha in questo suo momento.
Lui è l’orchestra, sta
eseguendo un pezzo difficile, non deve stonare, tutta l’armonia della sua interpretazione
deve avvolgerlo e avvolgerci… ma non si applaude prima,
Lui aspetta il sole del
mattino, quel lieve raggio di sole che scioglierà la tensione accumulata, che
lenirà le ferite, aspettiamo anche noi.
E’ la notte più lunga
della sua vita e fra poche ore sentirà salire la gioia, si spanderà nelle sue
vene e lentamente raggiungerà ogni sua parte.
Deve saper aspettare con
professionalità, con competenza.
La realtà esiste
nell’attimo preciso del riferimento, la sua realtà è diversa ogni istante, è
composta di attimi più o meno lunghi, attraversata da complessi accorgimenti
mirati a risolvere i problemi che realtà dopo realtà si verificano.
Aspetta Rosario, aspetta
il sole del mattino, aspetta il tepore del sole, non pensare a niente di più
piacevole che fare quel giro in più dopo l’ultimo giro.
Ricordati di farlo. Il
giro in più dopo l’ultimo non è la passerella, non è il giro d’onore… è anche
questo tuo ultimo sforzo la prova che, volendo, avresti potuto anche
continuare.
Alle 10:19 non fermarti,
fai ancora un giro e quando lo avrai completato, togliti le scarpe e finalmente
attraversa il prato e cammina scalzo sull’erba.
Solo in quel momento
sentirai che saresti stato in grado di andare ancora avanti, ti servirà per
comprendere che il tuo limite non l’avrai ancora raggiunto e potrai, la
prossima volta, battere quel fantastico atleta che hai dimostrato di essere.
Un solo giro in più e una
passeggiata a piedi nudi sull’erba, come dire:
“Ho fatto una passeggiata,
sono forte, più forte di tanti”, e poi abbandonati a tutto ciò che il tuo
carattere ti dice di fare, io piangerei e griderei come uno scemo.
Lo sai che ti voglio un
gran bene? SI, lo so che lo sai!!!!
1° maggio 2014 ore 03:20
Siamo a meno sette… anzi
Rosario sei a meno sette!
Mi sto guardando la
televisione per far passare il tempo, ogni tanto mi alzo e vado in cucina. Poco
fa mi sono fatto un panino con il gorgonzola, un bicchiere di vino rosso e poi
un caffè.
Guardo in continuazione
l’orologio e il tempo non passa.
Sono uscito in giardino,
il cielo è pieno di stelle, non c’è luna e in mare si vedono le lampare, è la
notte giusta per pescare.
Qui da noi, al nord, è
ancora inverno. Ho il camino acceso e sto bene, sono in compagnia di un mio
amico, un compagno di cammino.
Sono fiero di te, posso
dire di essere stato il tuo maestro, di averti insegnato questo modo di
interpretare lo sport, questo tipo di sport che va oltre la vera essenza
dell’evento dinamico.
E’ un “Modo di vivere in
un mondo da vivere”, frase del grande Reinhold Messner. Tutto ciò che facciamo
dovrebbe servire d’insegnamento per i più giovani. Bisogna sempre poter dare
l’esempio, essere d’esempio per aiutare chi non ce la fa o peggio per chi crede
di non potercela fare.
Questa tua prova è utile
per chi non ha fiducia nelle proprie possibilità, per chi vorrebbe e non ha il
coraggio o per chi vorrebbe ma non può a causa di un handicap.
Tu dai speranza a chi si
sente finito, sconfitto, a chi pensa che non ci sia più speranza di poter
risalire verso la propria dignità.
Io stesso, come sai, sto
combattendo contro il male del secolo, ma come ho detto, ho consegnato il
cancro ai medici e continuo per la mia strada, per la mia solita vita.
Anch’io do speranza
attraverso le mie prove, con la realizzazione dei miei sogni, ma anche se
appaio forte e sicuro ho anch’io bisogno di sapere e vedere che c’è sempre una
possibilità e tu con questa tua prova stai aiutando anche me, grazie.
Cosa stai pensando? Fai i
calcoli, osservi il GPS, sei preoccupato forse perché sei sotto il target che
ti eri prefissato? Lo so, tu stai cercando di superare Thomas Mueller, ma hai
già vinto perché sei arrivato quasi alle sue ore complessive e forse hai
raggiunto i suoi 308 km. Se così ancora non fosse che te ne frega, sei
sicuramente il numero uno in Italia. Gli antichi latini dicevano “Nemo profeta
in patria”… tu sei profeta nella tua Sicilia, anzi nella nostra Sicilia e in
tutta la nostra stupenda Italia. Sono fiero di te!
Ora tocca a me, se uscirò
da questo mio problema, stai certo, avrò un solo scopo: batterti.
Siamo Elena, tu ed io gli
unici appartenenti al Guya Team, non si battono gli amici ma fra noi si può
fare, la competizione fra noi è ammessa.
Perciò aspettami, ho un
motivo in più per continuare a vivere, superarti!
1° maggio 2014 – ore 04:20
Non faccio altro che
mangiare. Sono passato ai dolciumi: biscotti, marmellata e… caffè.
Ti tengo compagnia a modo
mio, forse tu non sai che ci sono, che sto facendo la mia personalissima sfida
insieme a te, ma è pochissima cosa, sono seduto, mi alzo, mangio, esco in
giardino, rientro, guardo l’orologio.
Ho provato a chiamarti sul
telefono, speravo tu l’avessi lasciato a qualcuno per sapere come stai, per
farti sapere che sono qui ma è come se fossi li, al tuo fianco… pazienza, lo
saprai domani.
Pensa che sono stanco, non
è stata una buona giornata, sono stato quasi tutto il giorno in casa a fare
niente. Sono uscito verso le 18 per andare fino in paese, così per far passare
il tempo.
Ho trovato delle donne che
raccoglievano le erbette spontanee, qui da noi le chiamano “Prebuggiun”, è
composto da: Bietole di prato, Borragine, Cicerbita, Cicoria, Dente di leone,
Grattalingua, Ortica, Radicchio selvatico, Raperonzolo, Sanguisorba, Silene,
Tarassaco. E’ molto meglio mangiare di queste verdure piuttosto che quelle
coltivate con concimi chimici.
Spesso vado anche per
asparagi selvatici e poi naturalmente funghi, frutti di bosco, castagne. Ho
imparato a raccogliere questi prodotti lungo le mie molte camminate qui sui
monti liguri, ma i tutta Italia ho visto gente che si rifornisce direttamente
dalla Natura.
La natura va protetta e
rispettata, bisogna sapersi immergere in essa e riuscire anche ad ascoltarla.
Oltre a queste prove, come ben sai e sicuramente fai, c’è un mondo che ci
aspetta, uno spazio naturale fatto per essere vissuto e rispettato.
Non vedo l’ora di tornare
in Sicilia per quell’evento ormai alla quarta edizione e che ci ha fatto
conoscere: il Mons Gibel per ADMO.
Arriverò come ben sai il
giorno 14 giugno per partire dalla statua di Nike a Giardini Naxos in direzione
del Parco Fluviale dell’Alcantara, Randazzo, l’Etna e poi mi dirigerò ad Alcara
li Fusi per la festa dei Muzzuni.
Come sai il viaggio
terminerà a Milazzo, dopo il fantastico crinale dei Peloritani.
Anche tu sei un testimonial
di ADMO, abbiamo gli stessi sponsor, parecchi amici in comune. Siamo ormai
amici collaudati.
Io parlo, anzi scrivo e tu
cammini, io ho il mal di schiena… è quel dannato pancreas che è in difficoltà e
mi trasmette il suo malessere e anche tu stai male, siamo tutti e due
sofferenti ma felici lo stesso, stiamo facendo una cosa insieme. Siamo distanti
oltre mille km ma ti sento qui vicino a me.
Coraggio Ros, tieni duro,
la notte è ancora lunga ma sei quasi alla fine, manca poco, aspettiamo il sole,
aspettiamo il suo caldo abbraccio, aspettiamo con la forza della volontà.
1° maggio 2014 – ore 05:20
Meno cinque!
Rosario, ti voglio
dedicare questo pensiero: Le immagini e i desideri entrano dentro di noi, si
collocano negli spazi della memoria, in attesa d’essere ricollocati,
rielaborati, definiti.
Spesso noi non ci
accorgiamo di questo grande archivio, non ne prendiamo veramente coscienza,
eppure avviene, ogni istante della nostra vita.
Viviamo ogni attimo
assorbendo o rifiutando, tutto ciò che transita attraverso noi, a volte senza
neppure accorgercene. E’ di notte, quando il nostro corpo finalmente si stacca
dal motore che lo fa agire, che arriva il momento di mettere a nudo ogni
angoscia, ogni vera gioia, ogni recondito desiderio. E’ il momento in cui la
nostra memoria diviene liberamente liberata da ogni costrizione che il corpo le
impone, è il momento dei sogni.
A volte incredibili,
incomprensibili, assurdi.
Si dice che la morte
spesso avvenga all’alba, quando il nostro corpo è finalmente rilassato,
riposato. In realtà è il momento di maggiore debolezza per la parte motoria del
nostro organismo.
Il cervello no, lui è
sempre vigile, sempre in funzione, pronto a scaricare quei momenti di tensione,
di estremo sovraccarico d’informazioni.
Pertanto non
meravigliamoci di ciò che sogniamo, non cerchiamo mai di comprendere il perché
di un certo sogno, accettiamolo ben sapendo che il nostro cervello aveva
bisogno di mettere a posto qualcosa che la nostra quotidianità gli aveva
impedito.
L’altra notte ho sognato
che correndo, lentamente i miei piedi non battevano più con forza sul terreno,
ma lo sfioravano appena, addirittura cominciavano a non toccare quasi per
nulla… fino a ruotare sollevandomi leggermente da terra.
Ho superato prima delle
staccionate, poi addirittura delle case… infine ero alto nel cielo e vedevo
sotto di me la gente stupita che mi osservava, tuttavia per me era semplice,
era possibile senza sentine stupore.
Che cosa potrebbe voler
dire non lo so e neppure vorrei saperlo, non m’interessa, mi è capitato altre
volte e il metodo è sempre o stesso, semplice, facile.
Tutto ciò per meglio
presentare una poesia a me tanto cara di Langston Hughes:
TENETEVI STRETTI I SOGNI
Tenetevi stretti ai sogni
perché se i sogni muoiono
la vita è un uccello con le
ali spezzate
che non può volare.
Tenetevi stretti ai sogni
Perché quando i sogni se ne
vanno
la vita è un campo arido
gelato dalla neve.
Giovedì 1 maggio 2014 – ore 06:20
Meno quattro!!!
Sono un vecchio giovane, una persona cara mi
definisce “ragazzo”… Bah!
Si sono proprio vecchio e posso dirlo perché mi
emoziono facilmente, piango.
Prima non piangevo perché mi vergognavo, essendo
sempre stato molto uomo, intendo uomo nel senso della forza fisica, della
sopportazione al dolore, alla fatica… insomma mi sono sempre definito un
“duro”, oggi qualcuno per farmi una cortesia mi definisce “rock”.
Ho affermato in uno dei miei tanti
scritti che la parte migliore dell’uomo sia quella femminile. Ora non vorrei
tediarvi con questo mio concetto ma, essendo andato a prendere ciò che è
scritto in un mio libro, e ben sapete che “scripta manent”, lo riporto qui
integralmente:
Un altro pensiero è stato del mio pianto nella piana grande di
Castelluccio di Norcia, durante la messa,
“credo che in
ogni essere umano esista la componente dell’altro sesso, io sono uomo, sono un
uomo duro, maschio, forte, virile, ma in me c’è la percentuale, pur minima, di
sesso femminile che si manifesta nei momenti in cui la sensibilità è forte. Si
sa che il genere femminile è più propenso alla tenerezza, alla dolcezza, al
pudore; quando un uomo piange è la sua parte femminile che si manifesta, per
questo non bisogna vergognarsi di provare emozioni, tenerezze, pudori.”
E con questo ho chiuso, torniamo a far
passare il tempo in compagnia di Rosario.
Ho visto che in rete non sono solo, c’è
Laura Catania, Francesca Pisanelli, Massimo Sciuto, Giusi Battiato,
Massimiliano Tornabene, Carmen di Gregorio, Maria Cristaudo, Angelo Rapità,
Gabri Ela. Gli ultimi che ho messo probabilmente sono andati a dormire, Laura,
Francesca, Massimo ed io, invece, siamo ancora qui.
Laura non darmi del “Lei”, io sono
fratello di Rosario e quindi tu sei mia sorella….
Grazie a quelli che sono sul campo,
direttamente in contatto con il nostro campione, vorrei esserci anch’io,
avrebbe più senso. Darei sicuramente un aiuto molto forte a Rosario, non
vogliatemene ma io so esattamente quello che lui vuole sentire in questo
momento, ho esperienza su ciò che comporta uno sforzo come quello che lo sta
impegnando.
Deve restare calmo, molto calmo, come
quella canzone che trasmettono… Non deve assolutamente esaltarsi, la calma è la
virtù dei forti e le ultime ore sono molto pericolose.
Ora il nemico, ma so benissimo che il
tedesco non lo considera tale, è sconfitto, incredulo. “Tu uccidi un uomo
morto!” direbbe Francesco Ferruzzi a Maramaldo… pertanto Rosario vai
tranquillo, il mondo è tuo, puoi riposare sugli allori. Take it easy.
Ma com’è lunga la notte! Dategli un bel
caffè forte, ora, io vado a farmene uno, un altro, ma quanti ne ho presi
stanotte? Ho visto un “mi piace” di Giuseppe Spampinato e Annarosa Spata, bene,
siamo in tanti anche qui stanotte e tra poco metterò questo aggiornamento che è
giunto a meno quattro… che spettacolo!
Ho iniziato a scrivere parlando del
pianto, si, perché circa un’ora fa mi sono messo a piangere e se non smetto mi
succede di nuovo… cavolo sono proprio vecchio! Non me ne frega un bel niente, e
allora si, piango, sono strafelice. Per fortuna non c’è mia moglie che
magari mi prenderebbe in giro. No,
forse no, anzi sono sicuro che non mi prenderebbe in giro, mi conosce bene, dal
1969… molti di voi ancora non erano nati.
Io sono un sessantottino, uno di quelli
della rivoluzione studentesca, un duro!
Ma piango!
Forza Ros, il sole comincia a schiarire
la notte, le stelle piano piano si spegneranno e da dietro “ a Muntagna ”
salirà il sole, finalmente, metti gli occhiali, non far vedere i tuoi occhi
gonfi di lacrime tu non sei ancora un vecchio, tu sei ancora un duro!
Meno tre!
Sveglia mondo! Giù dal letto! Non
lavatevi neppure, uscite in pigiama, correte a Nicolosi! Portategli una granita
cioccolata e mandorla, Rosario, il grande Ros è ancora lì, cosa sta facendo?
Cammina!!!
C’è una bella canzone di un mio caro
amico, un cantautore siciliano: Totò Lovecchio, il titolo?
CAMINA
CAMINA
Camina camina
Cà munnu s’arrimina
Camina quannu è ghiornu
E camina quannu è scuru
Camina na la terra conquistata
Di arabi spagnoli e tanti atri
Camina camina
Na terra i culura
Camina a minziornu
Quannu u suli pitta i campi
Camina a mezzanotte
Quannu a luna ti talia
Quannu l’arma du cielu
Mi fa pinzari a tia
Camina camina
Na terra di lu suli
Lu suli ca n’aiuta
A stari tutti cuieti
Lu suli quannu manca
Ni sintimu tutti stanchi
U suli è la vita
Ppi cucù è annasciutu ccà
Camina camina
Na terra du furmentu
Ccù lu turnu di romani
Appussidimu almenu u pani
U pani ca no seculu passatu
Si lu pigghiaru
Tuttu li patruna
Camina camina
Na terra di la luci
Ccu li tempi ca passaru
Puru chissa n’astutaru
Ca puru li francisi na lassaru
Ora mancu sapimu cu l’addumari
Camina camina
Ma nenti s’arrimina
Camina camina
Aspittannu na matina
Qualcunu ca ni dici cc’ama fari
U patri u patroni u frati di sta terra.
Non è incredibile? E’ stata una
lunga notte, ma ne è valsa la pena, ora aspettiamo il sole.
Questo è il momento più duro,
l’alba, il freddo, la stanchezza infinita.
Lui ora può seguire due pensieri:
quello che lo porta a guardare dietro di sé e lo fa gioire della strada fatta e
quello che invece gli fa guardare avanti, vede il traguardo, lo vede, è
annebbiato, confuso, ma distingue molto bene i contorni dell’arco di trionfo.
Deve farsi forza, deve lottare
contro la spossatezza e deve rimanere lucido. Per favore ricordategli alle
10,20 di fare un giro in più e poi tolte scarpe e calzini di attraversare il
prato camminando a piedi nudi sull’erba.
Poi che si butti pure per terra a
piangere, a singhiozzare, ne ha la facoltà, ne è degno.
E sempre per favore dategli un bacio
e ditegli questo te lo manda Manfredi, ma dateglielo… per favore, fatelo per
me.
Elena Cifali, preparati, abbiamo le
basi per tramandare questo evento ai posteri, ne faremo un libro. I nostri
pensieri con l’aggiunta importante e fondamentale di quelli di Rosario, per
farne un racconto che resti a testimoniare il successo di questa grande prova
di coraggio, determinazione e grandissima umanità. Il titolo? Lasciamo da parte
per ora la cornice, l’involucro esterno, abbiamo il contenuto e di quello
sappiamo già tutto!
Mi sono accorto che fuori c’è già la
luce, manca poco al sole, al grande disco d’oro, è questione di poco ormai.
Tre ore, andrà si e no a quattro km
all’ora, quanto manca all’arrivo? Poco più o meno di dieci km, bazzecole,
quisquilie, pinzillacchere.
Fate suonare le campane a festa,
svegliate il sindaco, suonate tutti i campanelli delle case, c’è bisogno di far
festa, una grande festa. Onore e gloria al mio amico Rosario.
Chi può oggi dire di essere più
forte di lui? Chi?
1° maggio 2014 – ore 08:22
Mancano solo due ore!
E che avrà fatto mai… Che ci vuole…
Sarei in grado anch’io se volessi… Ma non sono mica scemo! A che serve? Perché?
Ho altro da pensare io! Non ho tempo per queste scemate!
E allora fallo! Dai! Facci vedere!
Bla bla bla, tu sei uno che critichi, che hai solo paura di fare brutta figura,
sei uno dei tanti!
Bisogna avere il coraggio di
mettersi in gioco caro mio, non serve altro che un grande coraggio.
Sai cosa distingue la persona
normale dagli eroi, dai campioni, dalle persone colorate? Il carattere, la
personalità, l’unicità!
Viviamo in un mondo che ci propone
stereotipi sempre uguali, votati al consumismo, alla moda, all’apparire e se ci
guardiamo intorno, vediamo sempre le stesse facce, le cose non sono più
semplicemente “cose” ma hanno un nome, il nome della griffe.
Non si dice occhiali, scarpe,
giaccone, macchina, telefono mobile, si è ormai abituati a chiamarlo con il
nome del marchio. Qui vicino a dove abito hanno aperto un Outlet… è sempre
stracolmo di gente, tutti che acquistano tutto e questo perché devono coprire
la loro nullità per sentirsi finalmente qualcuno, quando basterebbe tirar fuori
quello che è in fondo a loro stessi e uscire allo scoperto con i propri
difetti, la propria e vera personalità.
Chi, invece, è fuori moda è uno
sfigato, magari è una persona intelligente, divertente… VERA… e nessuno lo
caga!
Le persone vere io le conosco, le
frequento, le vivo. Intensamente e con immensa gioia, si, perché ogni giorno
imparo qualcosa, imparo sempre, tutti i santi giorni. Imparo da perfetti
sconosciuti, dai disadattati, da quei negri (negro non è offensivo, è più
offensivo dire “di colore”) che chiedono l’elemosina, ci vuole dignità anche a
chiedere l’elemosina con il berretto teso.
E allora ben vengano quei Peter Pan,
quei tipi strani, sono il mio pane, sono la mia aria, sono persone semplici che
sognano, immaginano, si elevano sopra la piatta uniformità della gente comune.
Viva Rosario, viva tutti quelli che
sognano, viva anche me stesso, io sogno, io sono tecnologicamente uno sfigato,
non possiedo una macchina ma se dovessi diventar ricco, vado subitissimo a
comprarmi una R4 e poi ci carico la spesa, la legna per il camino.
Ci avrei caricato il mio amore, Zac,
che mi ha lasciato per sempre il 22 marzo scorso, un dolcissimo cane, un
figlio, un amico… meglio di tantissime persone!
Ma che dico? Sono impazzito! Devo
parlare di Rosario e invece sbando… io sbando e lui è ancora nella sua corsia,
con i suoi bastoni che cammina! Sei forte Ros, sei uno di quelli che io
incontro per strada e che mi catturano. Li riconosco subito. Io non sbaglio
più, so esattamente chi mi trovo di fronte, mi basta guardare negli occhi.
Un giorno sull’Etna, mi sembra
proprio l’anno scorso, ho fermato il gruppo, li ho fatti sedere per terra e ho
detto loro di fare un minuto di silenzio, silenzio assoluto, per ascoltare la
natura. E’ stato bellissimo, è meraviglioso il silenzio, addirittura
assordante.
Pensate che sia possibile fare ciò
che ha fatto Rosario se non avesse avuto la capacità di staccare la spina dal
rumore dell’esterno? NO, lui ha adottato, durante il cammino anche la terapia
del silenzio. Ha lasciato parlare il suo corpo, è stato ad ascoltarlo.
La solitudine volontaria è
necessaria, è concentrazione, attenzione a ciò che il nostro corpo ci comunica.
In queste 70 ore circa di cammino è servita anche la solitudine, si è e si deve
essere sempre soli davanti a delle prove di carattere, come riguardo alla
condivisione, non sempre e non tutto è condivisibile. In particolar modo durante
dei momenti così intensi. Bisogna stare a contatto con l’unica persona che
veramente ci conosce fin dentro:
Noi stessi.
1° maggio 2014 – ore 09:20
Ultimo aggiornamento… manca un’ora.
Si cari amici di Rosario e spero
anche miei, manca solo un’ora. Ho trascorso tutta la notte qui, come uno scemo,
davanti al computer perché dovevo rendergli la visita che lui mi ha fatto a
marzo, non potevo lasciarlo solo, o forse ero io che non volevo restare da
solo… non lo so. Non so più cosa stia scrivendo, sono effettivamente molto
provato da questa strana notte.
E’ il momento del commiato, lo
lascio a voi, fisicamente, io mi metto da parte, spengo il computer, non voglio
esserci nel momento della gloria, è tutto per voi, trattatelo bene, mi raccomando,
è molto stanco.
Avrà il mondo intorno a lui,
fotografie, interviste, abbracci e tanto ancora, se lo merita pienamente.
Ora entra nella gloria e per sempre,
ma non vivrà per quello, dopo il meritato riposo, statene certi, penserà a
qualche altra impresa. E’ una droga, è più forte del riposo, più forte
dell’appagamento.
Continuerà a sognare, a progettare e
a fare. Questo è il destino di chi impara che nella vita vale molto la
conquista del merito.
Mi metto da parte a osservare,
compiaciuto, la grande festa che gli vorrete attribuire, se la merita tutta, è
un atleta, è fiero di sé ed io sono fiero di lui.
Era il 20 luglio del 1969 quando il
piede umano di Neil Armstrong toccò il suolo lunare, io stetti ore davanti alla
radio ad ascoltare la cronaca e fu emozionantissimo. Ho dovuto aspettare 45
anni per rivivere un evento di pari emozione e partecipazione… Vi sembra
eccessivo questo mio abbinamento? Per me no, io sono uno che cammina, me ne
intendo!
Grazie Ros, fatti una doccia, ti
puzzano i piedi e… le ascelle!
Io scrivevo e tu ti eri già fermato…
Non avevo contatti, Elena pensavo
fosse a dormire, invece camminava con te, poi è andata a casa e quando è
tornata, tu avevi già terminato la prova.
Ora aspetto i risultati definitivi:
Tempo totale, tempo in movimento, velocità media, km percorsi, passi, k cal. consumate.
E’ finita, ora riposati e pensa
subito alla prossima sfida. Che ne dici della 100 ore?
Tuttavia il bello, la prossima volta
è fare da un punto “A” ad un punto “B”, senza riflettori, senza dover per forza
dimostrare agli altri ciò che si fa.
Tutto ciò per stare più tranquilli,
per fare le cose con maggior naturalezza, solo per noi.
Chiudo qui questo mio intervento,
sono veramente orgoglioso di te, del tuo carattere, della tua tenacia. Lo
sapevo, ne ero certo, conosco ormai l’animo della gente… difficilmente sbaglio
nel giudicare chi ho di fronte a me.
Mi hai fatto piangere, mi hai dato
un’emozione grandissima e di questo ti ringrazio.
Ora tocca a Elena e a te, scrivete
qualcosa, facciamo un libro su questo evento con scritti e foto significative.
Un abbraccio grande a tutti e due.
Manfredi
Ecco i primi dati provvisori:
70 ore effettive, dalle 08:19 del 28/04/2014 alle 08:20:00 del 014/05/2014
dati dai giudici in pista
n° giri registrati 669
lunghezza media giro in 2° corsia metri 407.037 (ho girato tra la 1° e la 3° corsia per ragioni tecniche di ripresa video, il giro ufficiale sarà la mediana della seconda corsia)
km calcolati in 2° corsia 272.308
dati gps garmin dakota10
km registrati 283.80
dati medici
peso alla partenza 68 kg
peso all’ arrivo 66.800 kg
% massa grassa alla partenza 15.2%
% massa grassa all’ arrivo 13.3
dati armband
dispendio energetico 20730 kcal met’s 4.1
dispendio energetico attivo 18.278 kcal
numero di passi 392788
km 312.9
bmi 23.1
bsa 1.8mq
rmr oms 1707.2 kcal/giorno
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